RESTAURO PALAZZINE
PORTOFRANCO,
GENOVA
RESTAURO DELLE PALAZZINE DEL PORTOFRANCO, GENOVA
PROTAGONISTI DEL RESTAURO DELLE PALAZZINE DEL PORTOFRANCO I PRODOTTI VERNICIANTI PER ESTERNI DI BOERO
Boero ha lavorato al restauro delle Palazzine del Portofranco, Genova. Le tinte, mosse, che ricordano le scialbature di una volta, compongono cornicioni, bugnati e finte partiture architettoniche. La scelta cromatica non è propriamente quella della tradizione. Il progetto cromatico difatti si è concentrato sui tortora, sui beige e sui verdi-grigiati, per un colpo d’occhio d’insieme di raffinata eleganza.
I quattro edifici denominati Palazzine del Portofranco sono gli ultimi conservati, insieme al Millo, dell’area portuale libera da dazi nella quale era depositata la merce in transito, sia in arrivo, sia in partenza. Questi edifici facevano parte di un quartiere molto vasto, consistente in ben undici edifici, realizzati fra la metà e la fine del XVII sec., isolati dal resto della città da mura e collegati, a ponente, alla porta cinquecentesca detta della Mercanzia, varco di accesso al pontile omonimo e a Palazzo San Giorgio. Oggi le quattro Palazzine superstiti, S. Maria, S. Giobatta, S. Lorenzo, S. Desiderio, dopo la grande trasformazione urbana attuata in occasione dell’Esposizione Colombiana del ’92, che ha visto la dismissione degli spazi portuali operativi, fanno parte del Porto Antico di Genova. Ormai perdute le decorazioni dipinte, l’esterno è stato ricreato riprendendo il gusto delle quadrature architettoniche secentesche. Si è scelto di eliminare la grande tettoia di ferro e vetro che copriva lo spazio fra queste e il Millo, realizzata agli inizi del Novecento per dare protezione alle movimentazioni che vi si svolgevano.
Le prime informazioni sulla creazione di magazzini per il libero deposito e circolazione delle merci senza gabelle doganali (franco) sono datate alla fine del Cinquecento. Dopo un primo utilizzo di edifici preesistenti presso il Ponte della Mercanzia, nel secolo successivo furono costruiti i nuovi quartieri nella zona attuale: edifici a pianta pressoché quadrata con potenti murature di perimetro per reggere solai con la portanza adeguata a supportare i notevoli carichi delle merci immagazzinate. Con le trasformazioni urbanistiche novecentesche della città i quartieri più a monte furono demoliti e, negli anni Sessanta, la creazione della strada sopraelevata sancì la definitiva riduzione del Portofranco. Dopo la creazione della zona franca, questa è soppressa nel 1875, per poi essere ricreata dalla Camera di Commercio subito dopo, e anzi, potenziata, nel 1890, con la creazione di un nuovo quartiere a mare, il Millo.