PITTURE PER OPERE
DEGLI ARTISTI
MAGAZZINO41, GENOVA
PITTURE PER LE OPERE DEGLI ARTISTI DI MAGAZZINO41
BOERO HA FORNITO LE PITTURE PER LE OPERE DEGLI ARTISTI DI MAGAZZINO41, UN GRUPPO DI STREET ARTISTS CHE REALIZZANO OPERE SUI MURI DI GENOVA
Cos’è che tanto rende Boero e gli artisti di Magazzino41 affini? Banalmente si potrebbe rispondere che Boero ha fornito le pitture per le opere degli artisti di Magazzino41, Genova. Quasi sempre, infatti, Drina A12 e Giuliogol, scelgono le finiture Boero, come i prodotti Gamma, Acris e B.Beton. Tra le due realtà esiste una sorta di corrispondenza di amorosi sensi…colorati. Ovvero una sapiente, calibrata e millimetrica cura del colore. La palette che gli artisti propongono è varia. A volte prediligono gli azzurri e i blu, a volte gli ocra e i nocciola, a volte gli arancioni caldi, a volte i rossi su sfondi grigi. Ma non c’è mai un tono fuori posto, mai una nota stonata, mai una sfumatura che stride nel contesto in cui viene applicata. Tutto è armonia.
Drina A12 e Giuliogol Centenaro: aerografista lui, pittrice ceramista lei, un passato tra le gallerie d’arte ma, dicono, “lì non ci siamo ritrovati, non facevano per noi. Le gallerie non sono democratiche, volevamo fare qualcosa che rimanesse aperto a tutti, visibile in ogni momento”. E così i due artisti genovesi, compagni di vita e di arte, decidono di lavorare non per sé stessi, ma per la comunità, regalando meraviglie al ponente della loro città. La loro base-laboratorio, Magazzino41, è una vecchia cartiera a Mele. Lì nascono e si sviluppano le idee che poi riportano sulle strade. “È pieno di muri liberi, mi piace definirci muralisti stanziali perché di fatto non ci allontaniamo da casa, torniamo sempre nei nostri luoghi. Ci piace la partecipazione sociale che c’è qui, la gente sente il territorio nel quale vive. Le nostre opere hanno un significato, abbiniamo sempre disegni e lettering perché sentiamo di dover dare un messaggio. Vogliamo che passi in ogni modo”, affermano i due artisti. Questa è la storia alla base delle splendide opere d’arte urbana che fanno fiorire i muri di Genova anche più trasandati. Vengono illustrate alcune delle loro opere. Vista la loro qualità e l’apprezzamento unanime del pubblico, le stesse continueranno ad aumentare.
La nuova stazione di Prà: anche chi corre per raggiungere il treno che lo porterà a destinazione non più non stupirsi davanti a Voyage, il murales che si staglia sulla parete d’ingresso della stazione. Una locomotiva a vapore su un binario invisibile, un misterioso passeggero di spalle vestito dei colori del cielo, accanto una donna che legge un libro adagiata con serenità. Poco prima ha sicuramente scorto, curioso, due bambini di spalle che si stagliano sui due capannoni del centro Remiero: I Figgieu, due giovani intenti a giocare con una barca a vela che percorre un mare di sogni. Poi il sottopasso con i Treuggi, con le lavandaie di ieri e di oggi, il decoro in via degli Erzelli, passaggio obbligato per tutti coloro che vogliono recarsi all’aeroporto Cristoforo Colombo, dedicato a Buster Keaton e chiamato We Love. Buster Keaton che ritorna anche negli interni del nuovo cinema Palmaro, assieme a Charlie Chaplin e a Totò, o il bellissimo scugnizzo I'm not intruso. Un'altra loro opera, presso il Consorzio Pianacci, è al CEP di Prà.
Lungo il percorso, in via della Benedicta, ecco Mater, all’incrocio con una via che conduce ad una scuola primaria. L'opera rappresenta una donna con velo dallo sguardo profondo che lascia intravedere alle sue spalle il volto di un bambino dai boccoli scuri. Sulla biblioteca civica Firpo si può ammirare l'opera con i ragazzi curiosi di Figli della stessa terra. Il muro regalato al Consorzio Follow your dreams rappresenta un bambino addormentato, testa posata lieve su una mano.
Messaggi di speranza, messaggi inclusivi, colori che non sovrastano le strutture circostanti, ma che si fondono perfettamente con essi. Tratti leggeri che trasportano in una dimensione onirica ma fortemente concreta al tempo stesso. Giuliogol riassume la chiave del loro lavoro: “Quando partiamo con un muro ci assegniamo tempi di consegna lunghi. Non tanto per il lavoro in sé, ma perché ci piace proprio goderci il muro. Ci piace l’idea di avere uno scambio con la gente del posto, in qualche modo fidelizzarla all’opera. Siamo convinti che anche quando l’opera sarà finita e noi saremo a lavorare altrove, l’energia e lo scambio di idee che c’è stato, rimanga”. Le loro opere creano movimento e condivisione in zone della città che soffrono soffocate dal troppo cemento. In questo modo i muri arrivano ad avere una funzione sociale: visi che si incontrano, idee che circolano.
Il loro stile, riconoscibilissimo, crea le immagini con tante macchie di colore a tinta piena: viste da lontano, esse formano figure, ombre, sfumature. Giulio, delicato sognatore, suggerisce “se socchiudete gli occhi, le opere si vedono meglio”. Non dice, però, che le stesse nascondono dei piccoli segreti. Le macchie infatti, viste da vicino, vivono spesso di vita propria: tracciano un animaletto, un numero o un volto iconico. Ma da lontano, avviene la magia. Il quadro si compone, il messaggio si chiarisce. Sempre sobrio, sempre incisivo, sempre sereno. E di serenità ce n’è così tanto bisogno! Ecco cosa, indiscutibilmente, unisce gli artisti e Boero: l’uso certosino, sapiente e sartoriale del colore. Come ben sa riconoscere l’azienda che, per antonomasia, incarna il colore italiano dal 1831.
Giuliogol e DrinaA12: Foto di Carlo Besana.